Il ritorno all’attività motoria post COVID-19 è un tema importante e attuale che merita di essere approfondito.
Lo scorso 18 Dicembre 2020 il British Journal of Sports Medicine ha pubblicato un interessante articolo su come l’esercizio fisico sia indispensabile per aiutare i pazienti infetti da COVID-19 a recuperare dopo una forte debilitazione causata dall’infezione e quali dovrebbero essere le fasi (https://blogs.bmj.com/bjsm/2020/12/18/return-to-exercise-helping-patients-to-overcome-the-long-tail-of-covid-19/?fbclid=IwAR3ccL71R4w7Z8KWbj1J8bDlKH5Kwregk5KDcWsIoCWoAwiSJI6KZywUGss ).
I dati finora raccolti indicano che la maggior parte dei malati Covid-19 ha un’evoluzione della malattia che si esaurisce in circa 2 settimane e che nella maggior parte dei casi viene curata grazie alla supervisione del medico di base.
I dati finora raccolti indicano che la maggior parte dei malati Covid-19 ha un’evoluzione della malattia che si esaurisce in circa 2 settimane e che nella maggior parte dei casi viene curata grazie alla supervisione del medico di base.
In un numero minore di casi, questo tempo si allunga (1 paziente su 7 guarisce in 4 settimane – 1 paziente su 20 in 8 settimane) e nell’arco di questo periodo permangono varie sintomatologie debilitanti come affaticamento, dispnea, dolore toracico o muscolare e sintomi multi sistemici che possono durare mesi.
Questi sintomi purtroppo posso essere causa di un’incapacità di lavorare che rischia di far perdere all’ammalato COVID i propri mezzi di sussistenza. Inoltre, in assenza di una linea guida chiara per il recupero post malattia, spesso ai pazienti vengono consigliati periodi lunghi di riposo che rischiano di decondizionare il fisico già debilitato.
Ed è per questo che nell’articolo gli autori (Dr Aessa Mahmud Tumi, Dr Irfan Ahmed) propongono di stabilire delle linee guida per il ‘ritorno all’esercizio fisico’ per tutti quei pazienti, non atleti, che soffrono di disfunzioni da infezione post-Covid a lungo termine.
Nell’articolo vengono riconosciute tutte le criticità dei protocolli proposti a partire dall’identificazione della tipologia di paziente/malato Covid-19 che può o non può fare attività motoria, dalle sinergie che devono essere instaurate tra il personale medico e chi poi ha il compito di rieducare all’esercizio fisico, alla definizione dei tempi e modi di somministrazione dell’esercizio fisico ecc. (rimando all’articolo originale per eventuale approfondimento)
Vediamo ora i 4 step che gli autori propongono seguendo una logica temporale che va dal paziente infetto sino al ricondizionamento generale inteso come promozione della salute attraverso anche l’esercizio fisico:

- • Nella fase acuta dell’infezione con pazienti sintomatici tutti gli esercizi di allenamento aerobico e di forza vanno sospesi.
- • Deambulazione con saturimetro per monitorare lo sforzo
- • Allenare le tecniche di respirazione per migliorare la deambulazione e alleviare l’affanno
- • Utilizzare sempre le mascherine anche in fase di “attività.”

- • Dopo due settimane senza infezione si devono limitare le attività aerobiche alla camminata e alle attività della vita quotidiana. Si possono iniziare a fare esercizi di allungamento/flessibilità e di fora a bassa intensità per ridurre al minimo il decondizionamento.
- • Successivamente aumento dell’esercizio aerobico limitato a 6 su 10 su una scala di sforzo cardiaco percepito, esercizi di forza fino al 40% del massimale (1RM) prediligendo esercizi a corpo libero.
- • Per i pazienti che, a causa della debolezza dei muscoli respiratori o di malattie polmonari croniche, considerare una riabilitazione polmonare specialistica e/o allenamento dei muscoli respiratori supervisionato
- • Alimentazione mirata nei gruppi ad alto rischio compresi pazienti con rischio catabolico o anziani/fragili con sarcopenia

- • Aumentare gradualmente il volume dell’esercizio aerobico con pause più corte o prevedendo tempi di lavoro continui facendo sempre riferimento ai livelli di attività fisica raccomandati dall’OMS.
- • Migliorare la funzionalità e aumentare il carico di lavoro sulla forza fino ad arrivare anche al 70% dell’1RM con lavori che prevedano 2-3 serie da 8-12 ripetizioni.
- • Le progressioni devono tener conto della condizione fisica premorbosa dei pazienti e del significativo decondizionamento post infezione per quegli ammalati che hanno subito particolarmente la malattia con sintomatologia grave. I tempi per il ritorno all’esercizio fisico si allungano.
- • Si consigliano l’utilizzo di saturimetro, cardiofrequenzimetro e valutazioni continue dello sforzo percepito per mantenere costantemente monitorata l’attività fisica della persona.

- • Promuovere anche l’attività online e tramite app per migliorare la motivazione attraverso il monitoraggio dei progressi. Favorire anche l’esercizio di gruppo online per sfruttare la socializzazione come fattore trainante all’attività motoria.
- • Screening approfondito dei pazienti ad alto rischio per identificare fattori di rischio come obesità, sarcopenia o fragilità. Prevedere piani di lavoro personalizzati, alimentazione e supervisione specialistica all’attività motoria per migliorare i risultati a lungo termine
- • I pazienti COVID posso soffrire a livello mentale la malattia e il decorso che essa provoca per cui si consiglia di offrire supporto psicologico per soggetti a rischio.
Autore: Matteo Bettio